Ci sono direttori della fotografia italiani che hanno lasciato un segno indelebile nella storia del cinema mondiale. Precursori del tempo che nel loro lavoro misuravano la luce prima con lo sguardo, l’istinto e poi con l’esposimetro. Esiste in queste personalità una devozione alla sacralità dell’immagine, dove la luce rimane la materia fondante.
Per Eki 04 – Spiritual Light abbiamo intervistato Giuseppe Lanci che della luce ha saputo fare un mezzo per esprimersi, rivelandoci quanto la vita possa segnarci e influire sul proprio modo di raccontare.
Giuseppe Lanci (Roma, 1º maggio 1942) è direttore della fotografia e dal 2014 docente responsabile del corso di fotografia presso il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. Nel corso della sua carriera, molti furono i sodalizi artistici come quello con Andrej Tarkovskij, Marco Bellocchio, i Taviani, Nanni Moretti. Maestro della luce e del buio, la sua creatività è condizionata da un forte approccio umanistico, che si riflette sulle immagini che costruisce. Sorprendenti le atmosfere interiori che emergono e si manifestano in un racconto cinematografico in cui il suo ruolo di direttore della fotografia è al completo servizio della storia.